Improvvisazione: suonare sugli accordi  

Suonare sugli accordi: introduzione 

Suonare sugli accordi quando si improvvisa un assolo di chitarra significa improvvisare facendo sentire, nel momento opportuno, le note principali degli accordi del giro armonico sul quale si sta suonando. Dobbiamo introdurre il concetto di Target Note, ci arriviamo tra poco…

Improvvisare sugli accordi del giro armonico: principio base

Improvvisare sugli accordi di un giro armonico significa far capire all’ascoltatore con la propria improvvisazione esattamente questi accordi, anche qualora questi non venissero suonati da nessuno.

In sostanza, improvvisando un assolo di chitarra da soli, senza alcuna base in sottofondo, l’assolo deve essere chiaro sia dal punto di vista melodico che ritmico. Per fare questo si devono suonare le note principali di ogni accordo nel momento giusto.

Prima di andare avanti facciamo una premessa:

Per chiarezza, gli accordi verranno nominati con la nomenclatura anglosassone con le prime sette lettere dell’alfabeto in maiuscolo (C, D, E,…) mentre le note saranno nominate in italiano in minuscolo (do, re, mi…)

Note target (target note)

Le note target, o target note in inglese, sono un concetto fondamentale per suonare sugli accordi. Cerchiamo di capire cosa sono.

Prendiamo come esempio il passaggio di accordi C  |  G

Le note della triade di C sono: do, mi, sol. Le note della triade di G sono: sol, si, re. Quando arriva il G si dovrebbe “atterrare” su una delle note della triade di G, cioè sul sol, sul si o sul re, e si dovrebbe atterrare sulla nota, tra queste, più vicina alla nota dove già ci troviamo.

Si definisce così il concetto di nota target (o target note). Questa è la nota dell’accordo che sta per arrivare che deve essere vista come il nostro obiettivo, il centro del bersaglio a cui dobbiamo mirare.

Puntare alle note target 

Quando si improvvisa si dovrebbero quindi vedere in anticipo le note della triade che sta per arrivare e si dovrebbe puntare alla nota più vicina a dove ci troviamo. Si può puntare anche ad una nota più lontana, ma in questo caso dobbiamo aggiungere tutte le note intermedie che ci fanno arrivare fino a quella nota in modo più naturale.

Questo procedimento sembra impossibile ma in realtà con la voce siamo in grado di farlo facilmente perché la maggior parte delle melodie che abbiamo cantato nella nostra vista seguono queste regole.

Quando cantiamo infatti è difficile proprio cantare note che NON fanno parte dell’accordo!

Il problema è che quando suoniamo spesso non c’è un collegamento diretto tra orecchie e mani.

Ear training: un aspetto fondamentale per migliorare l’orecchio musicale

L’ear training, cioè l’allenamento dell’orecchio musicale, è un aspetto fondamentale per riuscire a suonare con naturalezza sugli accordi e dobbiamo fare degli esercizi per potenziare la nostra capacità di ascoltare.

Scala maggiore e pentatonica nelle forme caged

La scala maggiore e la pentatonica devono essere un concetto ben digerito dalle nostre mani se si vuole suonare seguendo bene gli accordi. Vediamo perché.

In una prima fase le orecchie sono spente perché siamo completamente concentrati a cercare le note della scala sul manico, quindi è importantissimo che le mani sappiano dove andare: Dobbiamo quindi conoscere a MENADITO le forme caged della scala maggiore e della pentatonica. Una volta che le mani hanno un certo grado di autonomia riusciremo a concentrarci di più sugli accordi.

ATTENZIONE: una volta che le mani acquisiscono autonomia e velocità c’è il rischio che vadano troppo velocemente e, con mente e orecchie, non facciamo a tempo a stargli indietro!

In questa seconda fase si dovrebbe lavorare sull’approccio mentale: Dobbiamo costringerci a suonare lentamente e a pensare a delle melodie, esattamente come faremmo con la voce senza lo strumento in mano.

Melodie o assoli?

Un buon esercizio per approcciare a questa forma mentis consiste proprio nell’improvvisare melodie, e non assoli.

La melodia rispetto ad un assolo è più organizzata, più lenta e ritmicamente meno libera e, soprattutto, è più rigidamente vincolata alle note degli accordi.

Qualora risultasse difficile farlo con la chitarra in una prima fase si potrebbe alternare la voce allo strumento, e poi provare a farlo insieme.

È un processo molto complicato e richiede tanto tempo per essere sviluppato, per fortuna però c’è un metodo abbastanza semplice che ci facilita questo percorso.

Per semplicità didattica ti spiegherò questo metodo in C/Am, ma lo puoi applicare a qualsiasi altra tonalità.

Accordi della scala maggiore di C

Consideriamo tutti gli accordi appartenenti alla tonalità di C:

C Dm Em F G Am Bdim.

Per semplicità eliminiamo il B dim perché, almeno nel pop e nel rock, il settimo grado non è quasi mai presente. Rimangono quindi 6 accordi:

C Dm Em F G Am.

La pentatonica ci aiuterà!

Adesso prendiamo la scala pentatonica della tonalità, cioè la pentatonica maggiore di do. Ricordiamo velocemente che questa può avere anche la valenza di pentatonica minore di Am (è la sua relativa minore).

Avoiding notes: non sono necessariamente dei nemici

Per semplicità usiamo la forma che vendono con tutta la chitarra, e identifichiamo le due note mancanti, cioè il fa e il si. Nel diagramma qui sotto sono in rosso.

Queste sono le cosiddette avoiding notes, cioè sono le note da evitare perché cozzano sia con il C che con il Am. In realtà queste note non sono sempre da evitare, anzi, funzionano molto bene quando arrivano determinati accordi:

Il fa infatti suonerà particolarmente bene quando arriverà il Dm (è la terza minore) e, ovviamente, quando arriverà proprio il F. Quindi il fa è particolarmente gradito sul II e sul IV grado.

Il si invece suonerà bene sul Em (dove è la quinta giusta) e sul G (dove è la terza maggiore), cioè sul III e sul V grado.

Quindi, riassumendo e tagliando tutto con l’accetta:

  • Suoniamo in pentatonica maggiore di C (se il giro è in C) oppure minore di A (se il giro è in Am).
  • Se arriva il II (il Dm) o il IV (il F) grado suoniamo il fa.
  • Se arriva il III (Em) o il V (G) grado suoniamo il si.

In questo modo iniziamo a sviluppare la capacità di atterrare sulla nota target.

Ci vuole però un metodo per allenarsi a fare questo:

È molto semplice!

Un metodo super-efficace!

Innanzi tutto dobbiamo registrare con la chitarra dei giri armonici di 4 battute (si può usare una loop station o anche il registratore audio del telefonino), dove nella prima e nella terza battuta c’è il C o il Am e nella seconda e quarta ci sono due tra i 4 accordi rimanenti. Le combinazioni sono le seguenti:

Facciamo degli esempi:

  • C | G | C | Dm
  • Am | F | Am | Em

Possiamo anche mettere sia il C che il Am, l’importante è metterli nella prima e nella terza battuta:

  • Am | Dm | C | F
  • C | G | C | Dm

Per essere precisi si ottengono 16 combinazioni.

Adesso non devi fare altro che suonare in pentatonica e allenarti a cadere sul si e sul fa quando arriva l’accordo opportuno.

All’inizio scrivi gli accordi che hai registrato e suona leggendo gli accordi, poi rendi tutto più difficile e suona a orecchio. Un trucchetto per allenare l’orecchio (senza suonare quindi a memoria) è quello di registrare tanti giri diversi, suonati tutti di seguito. In questo modo non ti ricorderai cosa hai registrato e sarai costretto ad andare a orecchio!

Una volta che si riesce in questa cosa e si atterra sulla giusta avoiding note, che in realtà è diventata una target note, il secondo step è quello di proseguire con la triade dell’accordo.

Ti consiglio di vedere questo video, dove ne parlo!

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